L'impiego della macchina nel settore agricolo è meno specializzato rispetto all'impiego di una macchina in un'industria: mentre la seconda ha delle chiare finalità e lavora continuamente con azioni ripetitive fino ad arrivare a un prodotto finito (si veda per esempio la catena di montaggio nel sistema della fabbrica), la prima deve invece adattarsi al tipo di terra, all'ambiente e ai prodotti non uniformi con cui ha a che fare.
Prendendo in considerazione l'Italia, essa ha una buona disponibilità di manodopera agricola, ma la superficie pianeggiante è relativamente scarsa in confronto a quella collinare e montagnosa, fattore che aiutò in qualche modo a ritardare la diffusione delle macchine agricole.
Inizialmente si credeva anche che l'uso delle macchine potesse nuocere il miglioramento economico dei lavoratori: si impediva l'introduzione delle macchine nelle aziende e si lasciavano inoperose quelle già presenti per rimediare alla disoccupazione e ai salari.
Oggi invece ci si è resi conto che solo facendo coesistere il lavoro manuale e quello della macchina si possono dare più alti compensi alla manodopera e la maggior capacità di produzione della terra domanda ugualmente la manodopera ed elimina la disoccupazione. La macchina agricola viene a essere più costosa ma se sfruttata al meglio sarà la più redditizia; inoltre è evidente il vantaggio che ne traggono le classi rurali, che deriva da una valutazione più giusta dell'energia umana e dell'energia meccanica.Si riesce ad economizzare gli sforzi e ad accelerare i lavori: basta pensare per esempio alla rapidità con cui si sgranano meccanicamente le pannocchie di granoturco oggi, in confronto ai vecchi e ormai sorpassati sistemi di sgranatura a mano.
1800 OGGI
Il separatore del grano così come le altre macchine che portarono un progresso in campo agricolo, hanno permesso grandi vantaggi sia dal punto di vista lavorativo sia per quanto riguarda la tempistica dei processi produttivi.
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